Screen Service, la piccola italiana esce dai confini
Screen Service, la piccola italiana esce dai confini
È leader in Italia come operatore della trasmissione televisiva. A maggio ha ottenuto il «Mux» e integrato il business. Digitale ed estero il suo futuro
 L'acquisizione di RRD, che le ha aperto la strada per  diventare anche un operatore televisivo nazionale e di integrare il  business. Il volano del passaggio al digitale in Italia. E la continua  crescita all'estero sfociata nell'apertura della produzione in Brasile.  Diverse e «sostanziose» le novità degli ultimi 18 mesi per Screen Service Broadcasting Technologies,  leader in Italia come operatore nella radiotrasmissione televisiva. Il  cambiamento più significativo in maggio, quando diventa operatore  nazionale. 
 Attraverso la controllata Tivuitalia prosegue nella strategia di  acquisizione di impianti di diffusione televisiva e, dopo aver raggiunto  una copertura pari al 51% della popolazione, ottiene lo status  giuridico di autorizzato generale per l'attività di operatore di rete  televisiva nazionale (Mux). «Attraverso altre piccole acquisizioni  abbiamo raggiunto attualmente quota 57% - spiega Antonio Mazzara,  ad del gruppo - Con il completamento dello switch off contiamo di  arrivare a una copertura dell'85-90%. Abbiamo l'infrastruttura di rete  da affittare a terzi, ma non abbiamo ambizioni editoriali. A copertura  finita, dall'affitto del Mux ci attendiamo di avere un ritorno di circa  30 milioni l'anno». 
 La legge europea che ha imposto il passaggio dall'analogico al digitale è  stato il volano. Screen Service ha cavalcato il business, con la  fornitura di apparati di trasmissione e la pianificazione della rete.  «Il processo di conversione delle reti è in atto e, a oggi, ha  interessato principalmente le emittenti con copertura nazionale. Nel  prossimo futuro coinvolgerà le emittenti locali e regionali. L'Italia,  con oltre 24mila trasmettitori (oltre il 30% del totale europeo),  rappresenta uno dei mercati più promettenti». Il ritardo dello switch  over nel Nord Italia, sostiene Mazzara, non ha intaccato la loro  attività: «La fornitura va avanti lo stesso e quando il Nord Italia sarà  digitalizzato si accelererà il processo nel resto d'Italia. Per le  emittenti tenere i segnali disgiunti comporta costi». Nessun timore che  una volta completato lo switch off il business calerà? «Per completare  la rete digitale bisognerà lavorare altri sei anni, poi non è che non ci  sarà più niente da fare. Gli apparati si devono sostituire. 
 Devono diventare più efficienti. Oggi le esigenze più sentite sono la  miniaturizzazione e un minor consumo energetico, che nel caso di  trasmettitori significa risparmiare milioni di euro». In una parola, il  futuro del business è l'innovazione tecnologica. Screen Service destina  circa il 10% del fatturato (circa sei milioni di euro) in ricerca e  sviluppo. Il 40% del personale è impegnato in R&D. Obiettivo è una  maggiore internazionalizzazione, portando il business in Asia e nelle  Americhe. All'estero è già presente in Russia, Regno Unito e ultimamente  anche in Brasile, dove ha aperto un impianto produttivo operativo  dall'inizio del 2010. «L'idea - dice Mazzara - è di arrivare nel 2012 ad  avere un fatturato per il 70% proveniente dall'estero e soltanto il 30%  dall'Italia». Nonostante l'attività vada a gonfie vele, il titolo della  società bresciana che si è quotata nel giugno 2007 non è stato premiato  dalla Borsa. È infatti passato dagli 1,06 euro iniziali a 30 centesimi a  gennaio 2009. Attualmente viaggia sopra 60 cent. La società non dà  previsioni, ma gli analisti stimano un fatturato (l'esercizio annuale  chiude a settembre) tra 58 e 61 milioni a fronte di 52,9 del 2009. Come  target price Centrosim ha 0,86 ed Equita 0,91 euro. Il problema potrebbe  essere la capitalizzazione (85 milioni di euro): troppo bassa per  attirare fondi.
 La galassia Screen Service e l'azionariato
 Screenlogix Screen Service America Screen Service do Brazil Innovaction RRD Ramec Tivuitalia RRD Usa Finext 12,1% Telpick 2,8% Antares 2,8% 12,1% Group Spa (controllata da Cape Natixis Sgr) Flottante 50,9%
 Il semestre della società
 Ricavi consolidati 24,9 16,5 Ebitda consolidato 6,4 1,1 Ebit consolidato  5,4 -5,0 Utile netto consolidato 3,3 2,0 Indebit. finanziario netto 9,8




